Lo sviluppo dell’industria , iniziò nella seconda metà del 700, con la “Prima Rivoluzione Industriale”, essa poi continuò per tutto l’800 e proseguì poi nel 900, quest’ultimo periodo che va dal 1870 al 1914 venne denominato “Seconda Rivoluzione Industriale”.

L’industrializzazione assunse caratteristiche diverse e più complesse, essa si differenziò dalla prima per vari aspetti, innanzitutto, mentre dapprima l’industria si era concentrata solo in alcuni paesi, ora si diffondeva in quasi tutto il continente europeo coinvolgendo anche stati periferici come Russia e Giappone, inoltre la prima fase dell’industrializzazione era stata condizionata dalla tecnologia del ferro e del carbone; ciò aveva favorito quei paesi che possedevano ricchi giacimenti delle due fonti energetiche, come: l’Inghilterra, il Belgio e la Francia.

Nella seconda metà dell’800 invece si compirono enormi progressi nel campo delle scoperte scientifiche, che favorirono l’industrializzazione a paesi come l’Italia e il Giappone, sprovvisti di risorse minerarie, ma ricchi di capacità professionale, cultura e desiderio di emergere.

In particolare, in questo periodo le comunicazioni divennero più facili grazie ai telefoni e ai nuovi mezzi di trasporto come: automobili, metropolitane e aerei, inoltre le case borghesi vennero dotate di acqua corrente e servizi igienici, le strade delle grandi città vennero illuminate con lampioni elettrici e l’invenzione della lampadina da parte di Edison, favorì la diffusione dell’elettricità per uso domestico.

Una vera e propria rivoluzione energetica si ebbe con l’utilizzo del petrolio nei motori a scoppio, che sostituì completamente il carbone.

Nel campo medico e della ricerca ebbero particolare rilevanza le scoperte di Pasteur, Mendel e Konrad, che riuscirono a debellare malattie incurabili come: la tubercolosi e la peste, tutto questo permise in pochi decenni di abbattere l’alto tasso di mortalità infantile e di aumentare notevolmente le aspettative di vita delle persone dei paesi industrializzati, portando quindi ad una crescita demografica.

Nel mondo del lavoro il progresso portò ad un nuovo modo di produrre, infatti nelle grandi fabbriche fu introdotto un nuovo sistema di organizzazione del lavoro sviluppato dall’americano Taylor dal quale prese il nome di taylorismo, esso stabiliva una regolamentazione più efficace dei ritmi di lavoro al fine di eliminare movimenti e pause inutili.

Il principio del taylorismo venne applicato nella catena di montaggio introdotta per la prima volta da Henry Ford, nelle sue industrie automobilistiche, essa consentì di incrementare la produzione, frammentando il processo produttivo in una serie di piccole operazioni, ciascuna affidata ad un singolo operaio, questa tecnica portò numerosi benefici alle imprese ma dall’altra parte gli operai erano costretti a svolgere un lavoro ripetitivo e dipendente dalle macchine.

Dal punto di vista sociale il fenomeno più rilevante era costituito dall’emergere delle masse nella vita civile. L’ascesa delle classi medie lavoratrici e della piccola borghesia rivelarono la ristrettezza di un sistema in cui la partecipazione era limitata a pochi cittadini, benestanti e maschi. Nacquero pian piano organizzazioni partitiche in grado di mobilitare, attorno a programmi le masse; nacquero cooperative e sindacati, le prime molto presenti nelle campagne, mentre i sindacati avevano lo scopo di organizzare rivendicazioni e scioperi anche di milioni di lavoratori.