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Un amplificatore è un circuito capace  di aumentare l’ampiezza di un di un segnale elettrico senza alterarne la forma.

 

L’amplificatore operazionale

L’amplificatore operazionale è fondamentalmente  un amplificatore a più stadi con accoppiamento in continua che idealmente, presenta le seguenti caratteristiche:

 

Aol ->, Ri ->∞,B ->∞, R0 ->0

Aol = guadagno ad anello aperto

Ri = resistenza d’ingresso.

B = larghezza di banda.

R0 = resistenza d’uscita.

 

Con esso, è possibile realizzare circuiti elettronici in grado di effettuare numerose operazioni matematiche: la somma, la sottrazione, la derivata, l’integrale ed altre operazioni.
Esistono molte configurazioni possibili con l’amplificatore operazionale come: A.O. non invertente e invertente(anello chiuso),A.O. non invertente e invertente (anello chiuso),sommatore invertente e non invertente,derivatore, differenziale,integratore.

In particolare l’integratore è costituito da un condensatore (componente elettrico che immagazzina l’energia in un campo elettrostatico, accumulando al suo interno una certa quantità di carica elettrica),esso si rappresenta così:

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella configurazione integratore è importante ricordare alcune caratteristiche fondamentali:

 

iR = IC:

la corrente che circola nella R è la stessa che circola nella C visto che applicando un segnale di tensione all’ingresso dell’operazionale le correnti assorbite dal dispositivo sono nulle poiché l’impedenza di ingresso è infinita.

E ricordando dalla legge di ohm a cosa era uguale l’intensità di corrente diremo che:

iR = VR/R

Vc è uguale a –V0 a causa del corto circuito virtuale, la differenza di potenziale tra i suoi terminali di ingresso è pari a zero, si ha che V0+Vc=0 e quindi:

V0 = -Vc

Ed inoltre VR è uguale a Vi per lo stesso motivo.

Dopo una serie di passaggi illustrati qui di seguito si arriverà alla fine con la formula: V0 = – 1/Rc ∫ Vidt

 

 

Lo sviluppo dell’industria , iniziò nella seconda metà del 700, con la “Prima Rivoluzione Industriale”, essa poi continuò per tutto l’800 e proseguì poi nel 900, quest’ultimo periodo che va dal 1870 al 1914 venne denominato “Seconda Rivoluzione Industriale”.

L’industrializzazione assunse caratteristiche diverse e più complesse, essa si differenziò dalla prima per vari aspetti, innanzitutto, mentre dapprima l’industria si era concentrata solo in alcuni paesi, ora si diffondeva in quasi tutto il continente europeo coinvolgendo anche stati periferici come Russia e Giappone, inoltre la prima fase dell’industrializzazione era stata condizionata dalla tecnologia del ferro e del carbone; ciò aveva favorito quei paesi che possedevano ricchi giacimenti delle due fonti energetiche, come: l’Inghilterra, il Belgio e la Francia.

Nella seconda metà dell’800 invece si compirono enormi progressi nel campo delle scoperte scientifiche, che favorirono l’industrializzazione a paesi come l’Italia e il Giappone, sprovvisti di risorse minerarie, ma ricchi di capacità professionale, cultura e desiderio di emergere.

In particolare, in questo periodo le comunicazioni divennero più facili grazie ai telefoni e ai nuovi mezzi di trasporto come: automobili, metropolitane e aerei, inoltre le case borghesi vennero dotate di acqua corrente e servizi igienici, le strade delle grandi città vennero illuminate con lampioni elettrici e l’invenzione della lampadina da parte di Edison, favorì la diffusione dell’elettricità per uso domestico.

Una vera e propria rivoluzione energetica si ebbe con l’utilizzo del petrolio nei motori a scoppio, che sostituì completamente il carbone.

Nel campo medico e della ricerca ebbero particolare rilevanza le scoperte di Pasteur, Mendel e Konrad, che riuscirono a debellare malattie incurabili come: la tubercolosi e la peste, tutto questo permise in pochi decenni di abbattere l’alto tasso di mortalità infantile e di aumentare notevolmente le aspettative di vita delle persone dei paesi industrializzati, portando quindi ad una crescita demografica.

Nel mondo del lavoro il progresso portò ad un nuovo modo di produrre, infatti nelle grandi fabbriche fu introdotto un nuovo sistema di organizzazione del lavoro sviluppato dall’americano Taylor dal quale prese il nome di taylorismo, esso stabiliva una regolamentazione più efficace dei ritmi di lavoro al fine di eliminare movimenti e pause inutili.

Il principio del taylorismo venne applicato nella catena di montaggio introdotta per la prima volta da Henry Ford, nelle sue industrie automobilistiche, essa consentì di incrementare la produzione, frammentando il processo produttivo in una serie di piccole operazioni, ciascuna affidata ad un singolo operaio, questa tecnica portò numerosi benefici alle imprese ma dall’altra parte gli operai erano costretti a svolgere un lavoro ripetitivo e dipendente dalle macchine.

Dal punto di vista sociale il fenomeno più rilevante era costituito dall’emergere delle masse nella vita civile. L’ascesa delle classi medie lavoratrici e della piccola borghesia rivelarono la ristrettezza di un sistema in cui la partecipazione era limitata a pochi cittadini, benestanti e maschi. Nacquero pian piano organizzazioni partitiche in grado di mobilitare, attorno a programmi le masse; nacquero cooperative e sindacati, le prime molto presenti nelle campagne, mentre i sindacati avevano lo scopo di organizzare rivendicazioni e scioperi anche di milioni di lavoratori.

L’integrale è un operatore inverso della derivata,quindi avendo una funzione y=f(x), trovare una funzione che ammetta f(x) come derivata e che quindi sarà detta primitiva di f(x).

Quindi possiamo dire che ∫f(x) dx = F(x) + C <=> F ‘ (x) = f(x)

Dunque se F(x) è una primitiva di f(x), F(x) + C è la primitiva più generale e rappresenta tutte e le sole funzioni la cui derivata è uguale a f(x).

Questa primitiva generale, costituita da una famiglia di funzioni primitive che derivate danno la funzione integranda, prendono il nome di integrale indefinito, esso viene rappresentato così:

∫f(x) dx

Proprietà dell’integrale indefinito

1) L’integrale di una costante per una funzione è uguale alla costante per l’integrale della funzione. Es. ∫k f(x) dx = k ∫f(x) dx

2) L’integrale della somma algebrica di due o più funzioni è uguale alla somma algebrica degli integrali delle singole funzioni. Es. ∫f1(x)+f2(x) dx = ∫f1(x) dx + ∫f2(x) dx

Integrali immediati

Per integrazione di una funzione si intendono le procedure di calcolo necessarie per ottenere la primitiva, se la funzione integranda e la derivata di una funzione nota, l’integrazione è immediata.

Ecco alcuni esempi di integrali immediati:

∫1/x dx = ln|x| + C                                                              ∫senx dx =-cosx dx + C

∫dx = x + C                                                                         ∫cosx dx = senx dx + C

∫x= xn+1/n+1 + C                                                             ∫1/cos2x dx = tg x + C

Metodi di integrazione

Quando il calcolo di un integrale risulta complesso è opportuno usare alcuni metodi che ci permettono di scriverli in un’altra forma per poi ricondurli ad integrali immediati.

I principali metodi sono:

1) Integrazione per scomposizione si applica dissociando i termini,si può aggiungere un artificio oppure nell’integrazione delle funzioni irrazionali fratte.

2) Integrazione per sostituzione avviene sostituendo alla variabile d’integrazione x una funzione di un’altra variabile t, purchè sia derivabile e invertibile.

3) Integrazione per parti si applica quando una funzione non è la derivata dell’altra la formula utilizzata è la seguente: ∫u(x)v'(x) dx = u(x)v(x) – ∫u'(x)v(x) dx

Essa è composta da u(x) detto fattore finito e da v'(x) detto fattore differenziale.

Integrale definito

L’integrale definito nasce principalmente per:

1)  Calcolo delle aree di figure delimitate da curve.

2) Calcolo di volumi.

3) Calcolo del lavoro di una forza.

Area del trapezoide

Avendo una funzione y = f(x) definita e continua nell’intervallo [a, b],vogliamo calcolare l’area della regione di piano sottesa al grafico di f(x) nell’intervallo [a, b].

 

 

 

 

 

Possiamo determinare l’area approssimandola con dei rettangoli inscritti e dei rettangoli circoscritti.

 

 

Dividendo in n parti l’intervallo [a, b], avremo n rettangoli di base
h = (b – a)/n

Indichiamo con
sn = Sommatoria area rettangoli inscritti

L’area del plurirettangolo  inscritto .

Analogamente possiamo determinare l’area  Sn  del plurirettangolo circoscritto
Sn = Sommatoria area rettangoli circoscritti, ne segue che, l’area S del trapezoide sarà sempre compresa tra sn e Sn quindi:

Sommatoria area rettangoli inscritti <=    S    <=  Sommatoria area rettangoli circoscritti

Si può concludere dicendo che:

Se y = f(x) è continua e positiva in [a, b], allora le successioni delle aree s1, s2, … sn, …  e S1, S2, …Sn,…  convergono allo stesso limite  S uguale all’area del trapezoide.

 

 

A network is basically a set of two or more computers that are linked, so the computers can share resources, such as printers, software, and internet connections. Networked computers can also share files without having to transfer data using a disk or data key. And users of networked computers can also communicate electronically without use of the internet.

There are many types of computer networks, the most important are:

Local-area networks (LANs): is basically a smaller network that’s confined to a relatively small geographic area confined to a school or a building. Within a LAN network, one computer is the file server,this means that it stores all software that controls the network, and it also stores the software that can be shared among computers in the network,the file server is the heart of the LAN.

Metropolitan Area Network (MAN): connect 2 or more LANs together but does not span outside the boundaries of a city, town, or metropolitan area.

Wide Area Networks(WAN): connect larger geographic area, often, smaller LANs are interconnected to form a large WAN, the connection of this type of network is complicated. WANs are normally connected using multiplexers connect local and metropolitan networks to global communications networks like the Internet.

In addition to these types, there are characteristics that are used to categorize different types of networks, such as:

–  Protocol: the protocol defines a common set of rules and signals that computers on the network use to communicate. One of the most popular protocols for LANs is called Ethernet.

–  Architecture: networks can be broadly classified as using either a peer-to-peer or client/server architecture.

Computers on a network are sometimes called nodes and the ways in which they are commonly linked are called topologies.

Topology refers to the shape of a network, or the network’s layout. How different nodes in a network are connected to each other and how they communicate are determined by the network’s topology.

The most common network topologies are: Star, Ring and Bus.

Star: all devices are connected to a central hub. Nodes communicate across the network by passing data through the hub.

Ring: all devices are connected to one another in the shape of a closed loop, so that each device is connected directly to two other devices, one on either side of it.

Bus: all devices are connected to a central cable, called the bus.

Un sistema basato sull’interconnessione di elaboratori indipendenti, attraverso un canale fisico, tale da rendere possibile lo scambio e la condivisione di informazioni tra essi, prende il nome di “rete” di computer.

I vantaggi che offre l’uso di una rete sono molteplici: per prima cosa la rete consente il trasferimento molto efficiente di dati tra un PC ed un altro, trasferimento che in assenza di essa dovrebbe avvenire in modo “manuale” tramite una periferica o altri dispositivi; una rete quindi, consente la condivisione delle risorse, un classico esempio è quello di poter utilizzare la stampante di un altro ufficio o accedere a tutte le cartelle condivise di un’azienda senza spostarsi dalla propria scrivania.

Con lo sviluppo dell’informatica, si è diffusa la presenza di reti wireless, che hanno il vantaggio di eliminare l’uso di cavi per la trasmissione di dati utilizzando solo onde radio anche per collegarsi ad Internet.

Le reti di computer vengono suddivise in 3 tipologie, in base alla loro estensione geografica:

– Reti Locali o LAN (Local Area Network), reti che riguardano un’area ristretta limitata ad un singolo edificio o ad un gruppo di edifici della stessa organizzazione, entro il raggio di qualche chilometro;

– Reti Metropolitane o MAN (Metropolitan Area Network), reti nelle quali la distanza tra i nodi è relativamente estesa ad una città o ad una piccola regione;

– Reti Geografiche o WAN (Wide Area Network), reti che collegano nodi distribuiti su un’area molto vasta, come una nazione, un continente o l’intero globo, un esempio di WAN è Internet.

Le principali caratteristiche delle reti locali sono:

– La topologia;

– Il mezzo trasmissivo;

– La tecnica di controllo di accesso al mezzo.

La topologia di una rete rappresenta la modalità con cui le singole stazioni vengono connesse tra di loro,le topologie più diffuse sono:

– topologia a stella: in cui è presente un dispositivo centrale (Hub o Switch) al quale sono collegati con connessioni point to point tutti gli altri, tramite oppurtuni cavi, uno svantaggio evidente è dato dalla scarsa affidabilità infatti in caso di malfunzionamento del nodo centrale l’intera rete sarebbe compromessa mentre risulta semplice escludere nodi non funzionanti;

– topologia ad anello: è composta da sistemi collegati in modo tale da formare un cerchio chiuso ad anello. Ogni stazione preleva i dati e li rimette in circolo rigenerandoli, fino a quando il messaggio raggiunge il destinatario che lo riconosce e manda una sequenza di bit che confermano l’avvenuta ricezione, un inconveniente di questa topologia è che se un collegamento viene interrotto ne viene influenzata l’intera rete.

   – topologia a bus: è costituita da un solo cavo al quale vengono collegati gli altri nodi tramite un’apposita interfaccia, pertanto sono necessarie opportune tecniche che impediscano a più nodi di              accedere contemporaneamente al mezzo causando una situazione di contesa del canale, l’affidabilità è molto buona perché risulta semplice escludere nodi non funzionanti.

Giovanni Verga nacque nel 1840 a Catania, dove trascorse parte della sua giovinezza, iniziò i primi studi privatamente in un ambiente romantico-risorgimentale che lo influenzò nella scrittura del suo primo romanzo “Amore e Patria”.

Dopo la morte del padre si stabilì a Firenze, dove conobbe il verista Luigi Capuana.

Nella produzione verghiana si possono distinguere  due periodi fondamentali: il primo preverista influenzato dalla letteratura tardo-romantica e il secondo verista in cui Verga scrive le opere più significative, il suo successo infatti inizia con la composizione di “Storia di una Capinera”, che per la prima volta si presenta come la rielaborazione di un fatto realmente accaduto.

Un ulteriore avvicinamento alla poetica verista è dato dall’uscita di “Eva” e di “Nedda”, dove Verga inizia a fare i conti con la realtà e il vero diviene l’elemento fondamentale della sua poetica.

Nel 1880 pubblica la raccolta di novelle “Vita nei campi” dove l’autore vuole che l’opera risulti “essersi fatta da sé”, questo vuol dire che lo scrittore rinuncia a esprimere il proprio punto di vista e regredisce al livello dei suoi personaggi, usando inoltre un lessico adeguato all’ambiente e alla cultura, alcuni anni dopo pubblicherà altre novelle come “Cavalleria Rusticana” che ebbe grande successo in teatro, tanto da avere una versione operistica musicata da Mascagni.

Verga successivamente matura una concezione negativa del progresso, dove secondo lui, ci sono sempre più vinti che vincitori, da qui nasce un ciclo di romanzi denominati “Ciclo dei Vinti”, dove egli rappresenta gli effetti del progresso nei diversi strati sociali, le opere che lo compongono sono: I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo, La Duchessa di Leyra, L’onorevole Scipione e L’uomo di Lusso, il ciclo non fu mai completato e ne furono scritti solo due.

In questi romanzi Verga si limita a documentare la realtà oggettiva, facendo propria la tecnica dell’impersonalità e di conseguenza la necessità dell’eclissi totale del narratore.

Un’altra caratteristica presente nelle opere di Verga è la cosiddetta “Teoria dell’ostrica”, la quale si basa sulla convinzione che, per coloro che appartengono alla fascia dei deboli, è necessario rimanere radicati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni ataviche, per evitare che il mondo, cioè il “pesce vorace”, li divori.

Come l’ostrica che vive sicura finché resta avvinghiata allo scoglio dov’è nata, così l’uomo di Verga vive sicuro finché non comincia ad avere smanie di miglioramento.

Tecnica Narrativa (Verismo)

Fra i principali motivi che contribuirono all’affermazione del verismo, vi fu prima di tutto la crescente attenzione verso lo sviluppo del sapere scientifico, che sembra fornire gli strumenti più adeguati all’osservazione e alla spiegazione dei fenomeni naturali e dei comportamenti umani, infatti esso nasce sotto la diretta influenza del positivismo, in Italia il primo autore  ha teorizzare questo movimento letterario fu proprio Luigi Capuana, che attraverso la “Poesia del vero” spiegò che l’autore doveva limitarsi a descrivere e riprodurre la realtà senza fare riferimento a sentimenti e fantasie.

Verga essendo insieme a Luigi Capuana uno dei principali esponenti del verismo, utilizza tutte le caratteristiche di questo movimento letterario.

L’idea verista si basa sull’accettazione delle leggi scientifiche che regolano la vita associata e i comportamenti: lo scrittore cerca di scoprire le leggi che regolano la società umana, muovendo dalle forme sociali più basse verso quelle più alte.

Richiamandosi al naturalismo francese delle opere di Emile Zola, il movimento tende a descrivere la vita della gente umile, degli emarginati dalla società che si affannano nella lotta per la sopravvivenza, contro la fatalità del destino.

Una caratteristica distintiva del verismo rispetto ad altre tecniche narrative, è l’utilizzo dell’impersonalità quindi l’assenza del punto di vista personale, priva totalmente di commenti che potrebbero in qualche modo influenzare il pensiero del lettore,l’autore deve mettersi nella pelle dei suoi personaggi, vedere le cose con i loro occhi ed esprimerle con le loro parole. In tal modo la sua mano “rimarrà assolutamente invisibile” nell’opera. Il lettore avrà così l’impressione non di sentire un racconto di fatti, ma di assistere a fatti che si svolgono sotto i suoi occhi.